Lo studio del dott. Carlo Carlini si distingue per i suoi ambienti operativi puliti, decontaminati e disinfettati. La sicurezza igienico-sanitaria di ogni intervento effettuato presso questo studio viene garantita grazie ad un’accurata sterilizzazione dello strumentario medico-chirurgico, prassi inderogabile volta ad evitare la trasmissione crociata di infezioni ed a tutelare la salute sia dei pazienti che degli operatori stessi.

Sterilizzazione: con questo termine si intende l’eliminazione da oggetti e sostanze di tutti i microrganismi, sia come forme vegetanti che come spore; la sterilizzazione è ottenibile mediante calore, radiazioni o agenti chimici sterilizzanti.

Il processo di sterilizzazione degli strumenti nel nostro studio viene effettuato attraverso una serie standardizzata di fasi, secondo i dettami scientifici più moderni ed ergonomici e con apparecchiature specifiche.

Ogni singolo ciclo di sterilizzazione è supportato da controlli di qualità, che vengono registrati ed archiviati, per consentirne la rintracciabilità anche dopo anni. L’efficienza delle due autoclavi di tipo ospedaliero viene verificata rigorosamente.

I numerosi “trapani” (micromotori, moltiplicatori e turbine) vengono sottoposti anch’essi, uno per uno, ad un ciclo completo di detersione, lubrificazione e sterilizzazione dopo l’uso su ogni paziente. Questo procedimento causa un consistente logorio di questi delicati e costosi dispositivi, con necessità frequente di manutenzione tecnica o addirittura di sostituzione dello strumento danneggiato.

Fasi della sterilizzazione

– riposizionamento ordinato dello strumentario medico-chirurgico, dopo l’uso, in rastrelliere a rete dedicate ad ogni specifico tipo di prestazione (trays).

– immersione in una soluzione decontaminante per abbassare la carica batterica.

– risciacquo.

– immersione in un bagno ad ultrasuoni con liquido enzimatico, per la rimozione delle particelle disgregate favorendone la dissoluzione.

– risciacquo;

– lavaggio a 93° C per 10 minuti con detergente a base di soda in apposita macchina lavastrumenti detta “termodisinfettore”.

– asciugatura.

– inserimento dello strumentario in buste sigillate, etichettate con indicatore di trattamento e data di scadenza.

– esposizione dello strumentario imbustato all’azione del calore nelle due autoclavi di tipo ospedaliero a vuoto frazionato, il quale serve a rimuovere eventuali sacche d’aria, specialmente dagli oggetti cavi che comprometterebbero l’efficacia della sterilizzazione.

Tutti i componenti che non possono sopportare il processo di sterilizzazione a caldo in autoclave vengono immersi in un liquido sterilizzante a freddo (soluzione di acido peracetico) per il tempo prescritto e, dopo lavaggio ed asciugatura, vengono imbustati.

Misure di riordino e decontaminazione

Alcuni arredi ed apparecchiature (piani di lavoro, testiere, maniglie, cordoni elettrici, pulsantiere dei riuniti, apparecchiature elettriche, ecc.), per il loro ingombro e delicatezza, non possono essere sterilizzati in autoclave o immersi nel liquido sterilizzante: pertanto, dopo la dimissione di ogni paziente, vengono detersi, disinfettati ed avvolti in nuove pellicole protettive monouso (“sistemi barriera”).

Utilizzo di dispositivi di protezione individuale

Gli operatori indossano camice, cuffia, occhiali anti-spruzzo, guanti e mascherine usa e getta.

Inoltre, essi usano regolarmente dispositivi ottici per l’ingrandimento e l’illuminazione del campo operatorio, per assicurare il massimo della precisione ed accuratezza nei loro interventi.

Ai pazienti vengono fornite, durante l’esecuzione di radiografie, protezioni piombate per collo, corpo e, in alcuni casi particolari, per gli occhi.

Nella struttura si fa largo impiego di materiali monouso.

(Guanti , mascherine, cuffie, aspirasaliva, tovagliolini, pellerine, bicchieri, rulli di cotone, garze, cialde assorbenti, fogli di gomma per l’isolamento dei denti dalla saliva (“diga”), matrici per otturazioni, cunei di legno, striscioline e dischetti da lucidatura, strumenti canalari, coni assorbenti, punte di guttaperca, filo interdentale, blocchi per miscelazione, spatoline e pennellini, carta da occlusione, fili di retrazione, lastre radiografiche, materiali da impronta e da otturazione, teli e camici sterili, aghi, siringhe, borse di ghiaccio chimico, microspugne, lame per bisturi, suture, ecc.).

Controlli di qualità:

Gli apparecchi radiografici sono del tipo ad alta frequenza, con minima emissione di raggi strettamente delimitati alla lastra radiografica; essi vengono periodicamente verificati e testati da un Esperto Qualificato in Radioprotezione ed Esperto in Fisica Medica, il quale rilascia una dettagliata certificazione tecnica sulla rispondenza dei parametri rilevati rispetto ai dettami delle normative vigenti.

Le autoclavi vengono controllate rigorosamente per assicurare la loro completa affidabilità:

– ad ogni ciclo di sterilizzazione, con un indicatore multiparametro;

– all’inizio di ogni giornata di lavoro, con un apposito test per valutare la depressione creata dalla per la  pompa del vuoto frazionato;

– ogni mese, con test biologici su fiale contenenti spore batteriche che devono risultare inattivate durante il ciclo di sterilizzazione.

– inoltre, viene effettuato periodicamente, secondo normativa, un controllo da parte di un tecnico specialista abilitato.

– Nello studio viene effettuato un controllo periodico non soltanto di tutte le apparecchiature utilizzate nel processo di sterilizzazione (vasca ad ultrasuoni, termodisinfettore, lubrificatrice, sigillatrice, autoclavi, ecc.) e degli apparecchi radiografici, ma anche delle poltrone, degli ablatori per il tartaro ed in generale di tutti gli impianti ed apparecchiature elettriche, da parte di personale qualificato che rilascia una certificazione ufficiale secondo le norme vigenti.

Tutti questi controlli sono archiviati e messi a disposizione di chiunque volesse verificare di persona la sicurezza del nostro studio.